Sboccia come un fiore Feltre, cittadina dall’aspetto rinascimentale che ha come cornice le Dolomiti bellunesi da una parte e dall’altra le cime prealpine del Tomatico e del massiccio del Grappa. Indubbiamente uno dei borghi più belli del Bellunese, la sua storia comincia molti molti anni fa ed è stata nel tempo colorata di vicende e di contese, sul crocevia strategico di strade antiche.
Sono le vie che trasportano le storie, e le vie di questa città ci fanno camminare dritto in mezzo al suo passato, fatto dell’avvicendarsi di dominazioni nonché di illustri casate che qui lasciarono la loro firma negli edifici storici affrescati che compongono il borgo.
Iniziamo il nostro viaggio entrando all’interno delle mura che per secoli hanno protetto Feltre per giungere nel centro storico, mura che nascondono una storia ricca e travagliata fatta di costuzioni, distruzioni e ricostruzioni finchè le vediamo come sono ora, nella loro veste quattrocentesca Veneziana, e in cui si aprono tre porte: Porta Imperiale, Porta Oria e Porta Pusterla. Una curiosità per chi desiderasse provare l’emozione di “camminare sopra” tanta grandezza: il Percorso delle Sentinelle sopra le mura, lato sud della città storica, potrà farvi rivivere un po’di tutte queste vicende.
Percorrendo le vie della città alla scoperta di un illustre passato, ci rendiamo conto che è come se, da un lato, questo passato voglia rimanere nascosto o incentivare il visitatore ad andarne alla scoperta con occhi più curiosi di quelli di un semplice viandante di passaggio… Particolarità del centro di Feltre sono le lapidi cancellate che si trovano sui muri di molti palazzi: ma perché questo? Chi è stato? La Serenissima prima e le armate Francesi poi, a quanto pare, vollero cancellare alcuni elogi “scomodi”…
Camminando verso il centro vogliamo portarvi a conoscere dei personaggi illustri che furono protagonisti della vita culturale della città . Per farlo bisognerà arrivare in Piazza Maggiore, capolavoro che si trova sulla cima del Colle delle Capre e che assomiglia al cuore di un fiore da cui si estendono i petali. Qui, in mezzo a lussuosi palazzi, le maestose statue di Panfilo Castaldi (inventore della stampa tipografica) e di Vittorino da Feltre (importante umanista ed educatore di alcune fra le più nobili famiglie italiane dell’epoca) in compagnia di un imponente Leone di San Marco si godono lo spettacolo di una piazza fra le più belle d’Italia.
Da qui si può ammirare la chiesa di San Rocco, le meravigliose fontane longobardesche della fine del ‘400 -sopra cui compaiono lo stemma di Feltre (un castello turrito) e gli stemmi di alcuni dei Rettori veneziani che qui governarono-, il maestoso Palazzo Guarnieri con i suoi eleganti motivi neogotici, poco più in là il Palazzo della Ragione -famoso per il suo lungo loggiato che si dice sia stato progettato da Andrea Palladio da cui parte la scalinata che porta al famoso Teatro della Sena, detto “La Piccola Fenice”- e molti altri palazzi ancora.
Sicuramente in questa cornice lo sguardo non può che cadere “più in su”, al Castello di Alboino, l’antico maniero che domina la città dal punto più alto del Colle delle Capre, fortificazione longobarda del VI secolo nata su precedenti costruzioni romane, più volte distrutta e ricostruita nei secoli. Anticamente presentava la classica forma dei castelli “delle favole antiche” se così si può dire, completamente cinto da mura con quattro torri angolari ma una parte di esse –ahimè- è andata distrutta.
L’impressione, girando per Feltre, è che tutto sia stato fatto ricercando la perfezione o sottenda un prezioso significato: perfino una chiesa con l’abside spostata non è stata costruita così per errore, ma l’Abside del Duomo di San Pietro Apostolo è stata voluta in questo modo per ricordare il capo reclinato di Cristo in croce.
Cari amici questi sono solo alcuni spunti per narrare un passato che conserva nel presente la sua antica bellezza. Per salutarvi vi raccontiamo un’ultima storia, quella del Palio della città nato nel ‘400 a ricordare l'entrata di Feltre nella Repubblica di Venezia sfuggendo, così, al dominio dei Da Carrara. Vi fu una grande festa che si protrasse per alcuni giorni e fu indetta una commemorazione annuale in cui sarebbero stati presenti i vari ordini civili e religiosi e in cui sarebbe stato “posto un premio di quindici ducati d’oro perché si corra coi cavalli”.
L’eleganza di un’antica Signora che dal passare del tempo acquista solo fascino e nessun segno di “vecchiaia” è qui che vi aspetta per svelarsi a chi desidera scoprirla. Buon viaggio…
di Chiara Musino
0 commenti